Gli interventi di riqualificazione, tra centro e periferie

Al centro del nuovo PRG torinese vi è l’asse della Spina centrale, che nasce dall’interramento di 7 dei 12 km del passante Ferroviario. Al progetto ferroviario si accompagna la costruzione in superficie di un grande asse di scorrimento del traffico in direzione nord-sud (il cosiddetto “boulevard”), oltre alla riqualificazione di diverse porzioni del tessuto urbano, in corrispondenza di questo asse centrale.
Il progetto della Spina centrale permette di ricomporre la frattura del tessuto urbano causata dalla secolare presenza dei binari ferroviari e, contemporaneamente, di creare un nuovo forte asse di centralità urbana: i programmi di trasformazione urbana – approvati nel dicembre 1998 – prevedono l’impegno congiunto di risorse pubbliche e private, specie sulle aree industriali dismesse nei pressi della ferrovia, per circa due milioni di metri quadri (destinati per il 53% a nuove residenze, per il 43% a terziario, produttivo avanzato, attività commerciali e di servizio e per il 4% ad interventi di interesse generale). Per dare una regia unica all’insieme delle varie trasformazioni previste, l’amministrazione comunale ha incaricato nel dicembre 2000 l’architetto Jean-Pierre Buffi di definire, per l’appunto, linee guida e comuni criteri di progettazione.
Viene abitualmente identificato come Spina 1 l’ambito sud della Spina, tra i corsi Lione, Mediterraneo, Rosselli e Tirreno (dove un tempo c’erano le Officine materiale ferroviario - Materferro della Fiat), che verrà servita dalla stazione ferroviaria Zappata: nel complesso, si tratta di un’area pari a 142.000 metri quadri, per un investimento complessivo (pubblico e privato) di oltre 80 milioni di euro.
La trasformazione dell’area – su cui è già insediata (nell’area ex-Fergat) la nuova fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte contemporanea – si articola secondo le linee guida redatte da Jean Nouvel, intorno a una nuova piazza pedonale prospiciente quello che diventerà il Palazzo della Regione (principale edificio dell’area e, con i suoi 110 metri, secondo per altezza in città, dopo la Mole): una torre di vetro alta 30 piani, per 110 metri e 38.000 metri quadri, in cui verranno concentrati i vari uffici regionali, oltre a un auditorium per congressi (con una sala principale da 150 posti), parcheggi e ristoranti. Nell’ottobre 2003 è stato incaricato della stesura dei progetti preliminare e definitivo l’architetto Massimiliano Fuksas, mentre Comune e Regione hanno sottoscritto il protocollo di intesa che dà il via libera all’intera operazione.
L’ambito denominato Spina 2 è, invece, quello delle aree dismesse (già occupate dalle Officine Grandi Riparazioni, dalla Nebiolo e dalla Westinghouse), tra i corsi Castelfidardo, Ferrucci e via Boggio: nel complesso, si tratta di un’area di 340.000 metri quadri, su cui vengono investiti circa 400 milioni di euro. Verrà servita dalla stazione di Porta Susa, di interscambio tra passante e metropolitana.
Il progetto della nuova Porta Susa, in particolare, si caratterizza per la sua vocazione a riprogettare complessivamente lo spazio circostante: la stazione sarà un lungo corridoio porticato (e passante), con un ingresso da corso Vittorio Emanuele e uno da corso San Martino; il suo intorno urbano si comporrà di spazi pubblici e nuovi uffici ed alberghi (collocati, perloppiù, verso corso Vittorio), progettati per essere utilizzati in diverse fasce della giornata e delle notte, riducendo i rischi di degrado tipici delle aree prossime alle stazioni.
In quest’area sono anche previsti (e in parte già avviati) diversi altri grandi interventi: il raddoppio del Politecnico, il nuovo Centro culturale (con Biblioteca civica centrale e sala teatrale), un polo espositivo, l’Urban center della Città di Torino, uno dei villaggi media per il 2006 (da 1.400 posti, che diverrà poi residenza universitaria), mentre anche le carceri Nuove (da cui sono usciti di recente gli ultimi detenuti) verrà riqualificata per ospitare uffici giudiziari. Di fronte, dovrebbero sorgere anche altri due grattacieli, voluti dall’Istituto S.Paolo-IMI e dalle Ferrovie, oltre al palazzo per uffici della Provincia (nell’edificio a 13 piani, già della Telecom, su corso Inghilterra, ristrutturato radicalmente secondo criteri di con caratteristiche di maggiore sostenibilità ambientale, risparmio e auto-produzione energetica i cantieri dovrebbero partire nel 2004, per completarsi due anni dopo.
Quello della cosiddetta Spina 3 è, come detto, l’ambito di maggiore trasformazione del PRG, pari ad oltre un milione di metri quadri (per un investimento complessivo di circa 800 milioni di euro). L’area è suddivisa in sette comprensori, sulla base di altrettanti fabbricati industriali dismessi: i 3 degli ex impianti siderurgici CimiMontubi (Valdocco, Vitali, Valdellatorre), gli ex stabilimenti Michelin, Paracchi, Fiat Nole, Savigliano.
Molte delle trasformazioni nell’area di Spina 3 sono già state realizzate: in primo luogo l’Environment Park, uno dei due parchi tecnologici torinesi nati da operazioni di trasformazione urbana (l’altro è il Virtual reality & multimedia di corso Lombardia); sorge sulle aree ex-Teksid (circa 25.000 metri quadri) ed è stato realizzato tra il 1997 e il 2000 su progetto di Emilio Ambasz, Benedetto Camerana e Giovanni Durbiano, con finanziamenti dell’Unione europea. Di fronte all’Envipark, è ormai attivo dal 2003 anche il Centro commerciale Dora (con multisala, centro commerciale, parcheggio), sorto sull’area ex-Michelin (di circa 100.000 metri quadri) compresa tra le vie Livorno, Treviso e corso Umbria. L’insediamento – finanziato dalla società Sviluppo Dora-Novacoop e da un gruppo di imprenditori milanesi – comprende anche nuove residenze in corso Umbria, per complessivi 350 alloggi.
Nell’area ex-Vitali è invece prevista, insieme ad altri interventi, la realizzazione del principale villaggio media per le Olimpiadi, che, dopo il 2006, verrà destinato a spazi per residenza, terziario, commerciale e alberghiero. Nelle ex-officine Savigliano si insedierà un polo terziario innovativo e commerciale di circa 40.000 metri quadri, per aziende informatiche, realizzato dalla neonata società SNOS (Spazi per nuove opportunità di sviluppo). L’area tra piazza Piero della Francesca, via Valdellatorre e via Nole, è destinata a ospitare il nuovo Centro pastorale diocesano, che comprende al suo interno anche la nuova chiesa del Santo Volto, progettata da Mario Botta.
Il Programma di Riqualificazione urbana di Spina 3 prevede poi un grande parco lungo la Dora (450.000 metri quadri), le cui linee guida sono state definite dall’architetto Andrea Kipar, oltre alla scopertura del fiume, che tornerà quindi a scorrere in superficie lungo tutto il suo corso. Il Programma di Riqualificazione urbana di Spina 4, invece, interessa alcune aree industriali dismesse alla periferia nord della città. Sono previsti insediamenti commerciali nella zona di corso Vigevano e residenziali nell’area compresa tra via Cigna e i Docks Dora (integrati da attività commerciali). Quest’area della Spina 4 sarà servita dalla nuova stazione ferroviaria Rebaudengo, dove dovrebbe attestarsi anche il collegamento tra Torino e l’aeroporto di Caselle.
Dall’altra parte della città, si trova un’altra delle aree principali, quella del Lingotto. L’ex fabbrica storica delle Fiat è stata da tempo trasformata da Renzo Piano in un centro polifunzionale, che ha il suo cuore nel Lingotto Fiere e che ha visto nascere, negli anni, centro congressi, auditorium, hotel Le Méridien, 8 Gallery, multisala Pathé, supermercato e, da ultima, la pinacoteca Agnelli.
La concentrazione degli insediamenti olimpici in questa parte della città (si veda il capitolo 8) rafforza poi la sua vocazione a diventare un altro dei poli “forti” della città, tanto più se avrà un seguito (come pare) anche il progetto per la nuova Cittadella della salute sull’area degli ex Mercati generali (si veda il capitolo 6).
In quest’area, rimangono gravi, tuttavia, i problemi di accessibilità e di congestione da traffico, tanto che questo tema sta diventando uno e dei temi “caldi” del dibattito politico, specie dopo il dimezzamento del previsto sottopasso da corso Spezia allo stadio comunale.
Nelle aree periferiche sta giocando un ruolo fondamentale anche il Progetto speciale periferie, per promuovere rigenerazione urbana e progettazione partecipata, coinvolgendo gli abitanti. Sono finora stati complessivamente investiti 450 milioni di euro (di cui il 77% per Programmi di recupero urbano e piani di accompagnamento sociale, l’8% per progetti Urban 2, il 4% per Contratti di quartiere).
In dettaglio, tra le principali trasformazioni realizzate (e in corso di realizzazione) nelle periferie torinesi si possono ricordare la riqualificazione della piazza centrale di Falchera, la piazza Montale alle Vallette, le piazze Livio Bianco e Giovanni XXIII a Mirafiori. L’intervento fisico di riqualificazione della piazza della Falchera è stato affiancato da un percorso di progettazione partecipata, che ha coinvolto gli abitanti nella scelta del progetto. Grazie a un concorso di progettazione nazionale (concluso nel 1997) è stata creata la piazza centrale delle Vallette, da sempre indicata tra le priorità dai residenti, ristrutturando anche un teatro. Inoltre, in corso Grosseto, corso Cincinnato, via Sospello, via Artom e via Ivrea sono attivi dei Programmi di recupero urbano, in via Arquata un Contratto di quartiere (i Contratti di quartiere rientrano nella categoria dei Pru e sono interventi sperimentali di edilizia residenziale sovvenzionata), a Mirafiori nord Urban 2, a Porta Palazzo un Programma pilota urbano, mentre in via Luserna di Rorà, alla Falchera, in Barriera di Milano, a S.Salvario, alle Vallette e a Lucento sono state avviate azioni di sviluppo locale partecipato.
Anche due piazze di Mirafiori sono state trasformate (in aree verdi) attraverso il coinvolgimento di associazioni, scuole, residenti (riuniti in un Forum per lo sviluppo di Mirafiori). Nello stesso quartiere, a dicembre 2003 è stata anche demolita la prima “torre” (simbolo dell’edilizia periferica di bassa qualità), nell’ambito del locale Programma di recupero urbano.
Il centro torinese è stato oggetto negli ultimi anni di numerosi interventi di trasformazione urbana, soprattutto, per la riqualificazione e pedonalizzazione di alcune piazze storiche (Castello, Bodoni, Valdo Fusi, parte di Vittorio Veneto); nell’area centrale, sta anche completandosi il processo di decongestionamento delle sedi universitarie (si veda il capitolo 3), previsto dallo stesso Piano regolatore.
Un caso particolarmente significativo di rigenerazione urbana ha poi interessato, di recente, il cosiddetto “quadrilatero romano”, trasformatosi in luogo pieno di residenze qualificate e di locali serali e notturni, diventando così uno delle zone più “vive” della città; in quest’area è dunque proseguita, amplificandosi, la tendenza alla rigenerazione di porzioni di centro storico (già degradato), innescata nel decennio precedente negli isolati a sud di via Garibaldi. A qualche isolato di distanza, per piazza S.Giovanni, un recente progetto di riqualificazione (firmato da Aimaro Isola), per un ridisegno complessivo dell’area, da trasformare in un parco archeologico a cielo aperto. Invece, la riqualificazione dell’isolato S.Liborio (tra le vie S.Chiara, Bellezia, S.Domenico, S.Agostino) prevede la costruzione di residenze universitarie (52 posti letto), parcheggi interrati e un giardino pubblico.
Anche nell’area di Porta Palazzo in questi anni si sono prodotti interventi tesi ad una riqualificazione del tessuto urbanistico edilizio e socioeconomico. Sono coordinati sotto il titolo di The Gate (progetto pilota finanziato dall’Unione europea) gli interventi del nuovo mercato dell’abbigliamento (3.000 metri quadri di negozi, 2.000 metri quadri di spazio libero interno, 5.000 metri quadri di parcheggio), progettato da Massimiliano Fuksas, e le nuove residenze per anziani in via Cottolengo. A valle di corso Regina Margherita, nel quartiere Borgo Dora, si concentrano altri interventi di riqualificazione: recupero del canale Molassi, ricostruzione del ponte Principessa Clotilde (distrutto dall’alluvione del 2000), ripavimentazione di via e piazza Borgo Dora e, soprattutto, recupero del Cortile del Maglio e dell’ex-Arsenale militare (destinato ad attività produttive-artigianali e servizi).



 Tanti progetti di trasformazione nell’area metropolitana





Anche fuori dei confini del capoluogo, si assiste in questi anni ad una notevole capacità di pianificazione (che, tra l’altro, ha permesso a molti comuni di acquisire più crescenti autorevolezza e autonomia nei confronti di Torino): in particolare, diversi comuni hanno sviluppato programmi complessi per la trasformazione del territorio, accedendo a finanziamenti nazionali e regionali.
Nel 1996 sono stati approvati i PRU di Moncalieri, Leinì e Caselle; nel 1998 si sono aggiunti quelli di Carmagnola, Collegno, Grugliasco, Venaria e Volvera; nel 1999 Beinasco e Chieri. Settimo, Moncalieri e Carmagnola sono anche stati ammessi al finanziamento dei PRUSST. Nella parte settentrionale dell'area metropolitana, Settimo e Venaria hanno assunto in questi anni un ruolo di particolare rilievo: nel 2001, sono entrambi stati finanziati (dal Ministero delle infrastrutture, nell’ambito del programma Urban Italia) per interventi di sistemazione di vaste aree vicino al fiume (parte del progetto Tangenziale verde), di rilocalizzazione di imprese industriali in una nuova area e per il restauro del castello di S.Cristina. Nel caso di Venaria, sono previsti anche interventi di valorizzazione del centro storico, collegati al recupero della Reggia (vedi capitolo 7) e del Borgo Altessano (già oggetto di precedente PRU).
A conferma delle sua crescente leadership tra i comuni dell'area nord, Settimo ha realizzato in questi anni anche un Polo integrato di sviluppo (700.000 metri quadri, di cui quasi 300.000 per attività produttive, che verrà potenziato da uno scalo ferroviario), il recupero delle ex-acciaierie Ferrero-Cravetto (80.000 metri quadri, per 700 unità abitative, attività artigianali, commerciali, terziarie e servizi scolastici), il PRIU di via Schiapparelli (stabilimento Antibioticos, da riqualificare a fini polifunzionali), la risistemazione dell’isola pedonale intorno al municipio, mentre ha progettato la “Città del divertimento”, con multisala, bowling, piscina, centro fitness, ecc..
Al confine tra Torino, Borgaro e Settimo, poi, si sta sviluppando un intenso sforzo pianificatorio (e di mediazione politica) attorno all’area cosiddetta Bor.Set.To. (dalle sigle dei tre comuni coinvolti). Si tratta di un’area di circa 2.250.000 mq, di proprietà della società Bor.Set.To., dove è previsto lo sviluppo di un vasto parco (prevalentemente nel comune di Torino e limitrofo all’area verde dei “Laghetti” di Falchera), oltre ad insediamenti produttivi (per circa un sesto dell’area, in gran parte nel comune di Borgaro) ed una certa quota di residenze ai bordi dell’area. Questa soluzione, sottoscritta da un protocollo di intesa tra i comuni di Torino, Settimo e Borgaro, nel novembre 2003, ha permesso l’accordo con la società Bor.Set.To. per la cessione delle aree destinate a parco (scambiate con il riconoscimento della capacità edificatoria nelle aree esterne), ma ha suscitato forti reazioni di opposizione nella popolazione interessata.
Sempre nella parte settentrionale dell’area metropolitana (comuni di Settimo, Borgaro, Volpiano, Leinì e Brandizzo), operano i due programmi complessi 2010 Plan e S+3 Urban Italia, che hanno convogliato risorse nazionali ed europee: gli assi portanti sono riqualificazione urbana e potenzialità ambientali (Tangenziale verde e Parco del Po), rafforzamento delle attività produttive (specie logistica, ICT, distribuzione specializzata).
I comuni di Venaria, Caselle e Druento, sono complessivamente coinvolti dalle nuove realizzazioni per Reggia e Parco della Mandria, ma anche circostanti l’aeroporto (dove si sono insediate nuove imprese, servizi e attività commerciali, che potrebbero crescere ancora una volta che – tra qualche anno – l’aeroporto sia meglio collegato col sistema ferroviario del passante e dell'alta velocità). Con il nuovo PRG (del 2002), Venaria ha stabilito come prioritarie la riorganizzazione del sistema degli accessi (due circonvallazioni, svincolo della tangenziale, parcheggio di interscambio, percorso ciclo-pedonale della Spina) e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali: Reggia, centro storico, Mandria, sponde fluviali. Anche Caselle e Druento hanno riqualificato parte dei rispettivi centri storici: palazzo Mosca e la zona “Prato della Fiera” a Caselle; via Roma, via Torino, largo Europa e la chiesa di S. Sebastiano a Druento.
Nell’area ovest, l’elevata capacità progettuale (specie nei comuni di Collegno, Grugliasco, Rivoli) si esplicita a più livelli: in particolare, sul versante della mobilità, avrà un ruolo fondamentale sarà la nuova linea di metropolitana (in grado di decongestionare l’asse di corso Franca e parte del sistema stradale e tangenziale ovest).
Per quanto riguarda Collegno, poi, la riqualificazione dell’area centrale (avviata dal 1997) ha avviato la trasformazione di vaste aree industriali dismesse (a ridosso di corso Francia e del centro), il ridisegno dell’area del municipio, la creazione di edifici (per residenza e commercio) e di un viale pedonale per collegare il centro con parco della Dora e quartiere Oltredora (interessato anche da un PRU, del 1998, per riqualificarne spazi pubblici ed edifici). Il PIP Città dell’industria riguarda, invece, un’area di circa 475.000 metri quadri, dove si prevede la rilocalizzazione di aziende esistenti, l’insediamento di nuove imprese, funzioni commerciali e di servizio.
Non è ancora completata la valorizzazione delle aree della Certosa e del parco Dalla Chiesa (in uso al Comune dal 1996). Vista la contiguità con la Certosa, ha assunto un particolare rilievo anche l’area delle ex-acciaierie Mandelli, per cui è stata presentata una proposta di Museo del lavoro multimediale, con centro commerciale, teatri, ristorazione e residenza privata (o forse, come propone la Giunta, uno show-room e un centro fieristico, oltre al museo). Sembra invece per ora accantonata (almeno stando alla deliberazione contenuta nel nuovo PRG) l’ipotesi di edificare nell’area del Campo Volo, ai confini con Torino.
Il principale intervento del comune di Grugliasco è certamente quello dell’insediamento delle facoltà scientifiche dell’Università (Scienze e Farmacia si vanno ad aggiungere ad Agraria e Veterinaria): la concentrazione in un’area limitata, tra l’altro, costituisce un modello alternativo rispetto alla frammentaria dispersione multipolare delle sedi universitarie a Torino città. In più, a Villa Claretta, sorgerà uno dei villaggi media per le Olimpiadi 2006 (unico caso di insediamento olimpico nell’area metropolitana), che diventerà dopo i Giochi una residenza universitaria.
A Grugliasco è stato anche attivato un PRU (a Borgata Paradiso, coinvolgendo anche Torino e Collegno), per creare servizi pubblici, di formazione professionale e aggregazione sociale, esercizi commerciali, e per razionalizzare la rete viaria: apertura di via Vandalino, sistemazione delle vie Radich e Napoli, realizzazione di una piazza tra corso Adriatico e via Napoli.
I principali progetti del comune di Rivoli si concentrano nell’area collinare (Parco della collina morenica, risalita al castello) e del centro storico, oltre al ridisegno di corso Francia (ai confini con Torino e Collegno) e alla ristrutturazione di Villa Melano (dove è previsto un nuovo albergo, con centro conferenze). Nell’area industriale a ridosso di corso Francia, è stato inaugurato nel 2003 il Leonardo da Vinci Building Center, un insediamento di circa 20.000 metri quadri per aziende ad alta tecnologia, comprendente palazzine uffici, capannoni industriali e un eliporto.
Nell’area sud-ovest, le trasformazioni in atto evidenziano una marcata caratterizzazione produttiva e di servizio, per la presenza del Centro intermodale merci di Orbassano (il più grande del Piemonte, con i suoi 2.800.000 metri quadri) e del Centro agro-alimentare di Torino (che ha sostituito i Mercati generali di via Giordano Bruno), di 450.000 metri quadri. L'interporto è situato lungo la tangenziale sud, direttamente in comunicazione con la rete autostradale, mentre il collegamento ferroviario avviene invece attraverso lo scalo di Orbassano. In quest’area sono stati avviati diversi progetti infrastrutturali, tra cui il completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo (vedi capitolo 5).
La caratterizzazione produttiva dell’area viene rinforzata dagli interventi per le nuove aree produttive a Pinerolo e dalla riorganizzazione di quelle di Orbassano e Beinasco (prevista da un PIP).
Questa parte dell’area metropolitana è anche interessata dai due più importanti nuovi insediamenti nel settore distributivo, con la realizzazione del complesso sportivo, ricreativo e commerciale di Mondo Juve (tra Vinovo e Nichelino) ed i nuovi interventi (grande distribuzione e spettacolo) nell’area Sanda-Vadò di Moncalieri. Il primo dei due progetti prevede la realizzazione (in un’area di 489.544 metri quadri, per due terzi a Vinovo ed un terzo a Nichelino) di un centro di allenamento per la Juventus e di un parco commerciale nell’area dell’ippodromo, con campo da golf e strutture commerciali, ricettive, per tempo libero e sport. Sempre nel comune di Nichelino è stato di recente deliberato un nuovo insediamento produttivo (con negozi, banche, uffici e un albergo) nella zona industriale di via Verna, in un’area di 560.000 metri quadri presso la tangenziale.
Ma è il comune di Moncalieri, motore del Patto territoriale Torino sud, ad emergere per la sua crescente rilevanza in quest’area. Qui sono arrivati finanziamenti per quasi 30 milioni di euro, oltre a 15 milioni per opere pubbliche (viabilità, restauro dei centri storici, urbanizzazione di nuovi insediamenti industriali, riassetto idraulico). Di recente Fondazione CRT e Finpiemonte hanno finanziato la costruzione del Centro servizi di Moncalieri, un edificio di 4.000 mq per l’insediamento di imprese e l’ampliamento del Polo integrato di sviluppo Montepo (sempre nell’area Sanda-Vadò, verso Trofarello), mentre sono partiti gli interventi per la cosiddetta Città del divertimento (palestre, piscine, multisala, pubblici esercizi).
L’area dei comuni collinari (Chieri, Pecetto, Pino) risulta la meno vivace dal punto di vista della progettualità, benché sia interessata comunque da alcuni interventi, specie sul versante culturale, turistico e naturalistico. Chieri, in particolare, conferma la sua leadership in quest’area, con interventi di rigenerazione urbana (area ex-tessitura Tabasso, destinata alla realizzazione dei musei civico e del tessile, riqualificazione del centro storico, dei Bastioni della Mina, del Forte Barbarossa). Il comune di Pino ha avviato azioni per il potenziamento dell’offerta ricettiva, delle risorse ambientali (parco di Superga) e turistico-culturali (valorizzazione dell’osservatorio astronomico).
L’area è inoltre interessata da un rilevante intervento infrastrutturale per la viabilità, la cosiddetta “Gronda est”, che dovrebbe migliorare i collegamenti intercomunali in questo quadrante dell’area metropolitana, in alternativa ad una vera tangenziale (si veda il capitolo 5).