LA VICENDA SUL CONCORSO MUSEO EGIZIO
Il Consiglio OAT riceve su questo argomento dallo Studio ISOLARCHITETTI la seguente lettera a replica di quanto espresso in data 16/11/2007 (vedi di seguito), che volentieri pubblica:

---> scarica la lettera dello studio ISOLARCHITETTI del 5 dicembre 2007

07/12/07

La Posizione del Presidente e del Consiglio dell'Ordine degli Architetti PPC di Torino
L’aggiudicazione dell’incarico di progettazione per la rifunzionalizzazione e il restauro della sede del Museo Egizio di Torino ha avuto una coda di risvolti polemici, che in buona misura erano prevedibili.
L’incarico è infatti stato assegnato al raggruppamento progettuale che ha presentato la maggiore riduzione sul costo delle prestazioni professionali offerte, inducendo molti concorrenti, come peraltro anche molti semplici iscritti, a rivolgersi al Consiglio dell’Ordine degli Architetti affinché esprima la pro pria posizione a tutela dell’immagine della categoria, che da questa vicenda ne esce visibilmente lacerata e indebolita.
D’altra parte, non si tratta che del seguito delle sempre più numerose segnalazioni di professionisti sull’esito di gare al maggior ribasso, che generano un diffuso malcontento e giustificati dubbi sulle conseguenze delle attuali procedure di affidamento di incarichi pubblici, non pongono più alcuna attenzione alla qualità del progetto e portano alla quasi automatica esclusione dei giovani dagli affidamenti, dimentiche della enorme differenza che corre tra prestazione intellettuale e erogazione di un servizio ripetitivo e standardizzato.
Premesso che in nessun caso spetta al Consiglio pronunciarsi in favore di un gruppo di progettazione piuttosto che di un altro, perché di questo compito non è stato investito, né per incarico specifico dell’ente appaltante, né per attribuzione istituzionale, va comunque segnalato che l’Ordine si è immediatamente attivato per raccogliere quante più informazioni possibili, utili per poter svolgere le sue opportune considerazioni basandosi sui dati di fatto e non sulle notizie giornalistiche.
In attesa di conoscere le decisioni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Museo Egizio, che non ha ancora assegnato formalmente l’incarico, non si possono nascondere i gravi motivi di preoccupazione che questo caso impone di rendere palesi.
Il Codice degli Appalti, su cui si è basata la procedura di aggiudicazione dell’incarico (definito appropriatamente nel disciplinare “servizio di architettura ed ingegneria”), in realtà offrirebbe alla stazione appaltante numerose possibilità di orientare la scelta utilizzando parametri di giudizio diversificati e coerenti con la tipologia, la natura e l’importanza dell’opera. Compito della stessa stazione è di individuarli preventivamente, inserendoli nel disciplinare, in modo da mettere in condizione la sua Commissione giudicatrice di utilizzare con misura e ragionevolezza i punteggi assegnati ai vari criteri di aggiudicazione, senza costringerla a far diventare determinanti quelli che esulano da un valutazione qualitativa della capacità e dell’esperienza del progettista e che privilegiano invece il tempo e il costo. Perché sono questi ultimi due i nemici della qualità.
Purtroppo, il disciplinare del Museo Egizio è stato invece congegnato per assegnare ben il 50% dei punti disponibili a questi indicatori e le conseguenze si sono viste: la graduatoria per il merito tecnico è stata sovvertita dall’offerta economica più bassa.
In fondo, però, questa scelta di circoscrivere al massimo l’ambito di discrezionalità nella scelta dei progettisti basata su criteri qualitativi anziché quantitativi è conseguenza del decreto Bersani. Ma poiché era del tutto prevedibile che il decreto, liberalizzando completamente il costo della prestazione professionale, avrebbe portato a questi paradossi – tutti gli architetti ormai, non solo i più prestigiosi, ottengono incarichi professionali non tanto per il loro valore quanto perché si fanno retribuire meno degli altri – è necessario che il Governo, prendendo atto delle inaccettabili conseguenze di questo improvvida misura volta ingenuamente a favorire la concorrenza, introduca dei correttivi per impedire che le gare per l’affidamento di servizi per l’architettura e l’ingegneria debbano concludersi con l’attribuzione di un punteggio esorbitante ai ribassi maggiori.
In caso contrario gli enti locali, che hanno assistito alla progressiva riduzione delle proprie disponibilità di bilancio e dei propri margini di manovra economica, si vedranno comunque costretti a privilegiare sempre e ancora di più in futuro i bassi costi di progettazione per conseguire un maggiore risparmio, salvo scontarne più tardi le conseguenze: progetti incompleti o affrettati, esigenze di integrazioni, rallentamenti e contenziosi con le imprese, ritardi nell’ultimazione delle opere e, in ultima analisi, maggior costi. Tutto il contrario di quel che si sarebbe dovuto ottenere.
Il Consiglio dell’Ordine di Torino farà quanto sta nelle sue possibilità e rientra nelle competenze per essere promotore di una richiesta dei necessari e urgenti correttivi al vigente ordinamento sugli affidamenti, coinvolgendo tanto il Consiglio Nazionale degli Architetti quanto l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. Ma ritiene doveroso ricordare che se sbaglia chi promuove bandi di gara di questo genere, sbaglia anche chi vi partecipa, perché alimenta una conflittualità interna basata non sul confronto delle esperienze e delle idee, ma sullo svilimento della prestazione, umiliando chi si rifiuta di misurarsi al ribasso.
L’Ordine, pertanto, provvederà d’ora in avanti a richiedere sempre agli enti banditori di esaminare preventivamente i disciplinari di gara e, in caso di diniego, rifiuterà di nominare propri rappresentanti nelle Commissioni esaminatrici e diffiderà i propri iscritti dal partecipare.

16/11/2007
PROCEDURA APPALTO INTEGRATO GENERALIZZATO
Il CNAPPC è da tempo fortemente impegnato a limitare il più possibile l'applicazione nel nostro paese della procedura dell'appalto integrato generalizzato, così come previsto all'art. 53 del nuovo codice dei LLPP (Dlgs 163/06). Tale normativa, già sospesa due volte - nell'agosto e nel dicembre 2006 - potrebbe però entrare pienamente in vigore il 1° agosto prossimo.
Con lo scopo di sollecitare la commissione dei Lavori pubblici alla revisione del provvedimento per prendere in considerazione le osservazioni della categoria, il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC propone un'azione congiunta delle organizzazioni nazionali dei progettisti italiani.
In tale senso il Consiglio OAT ha aderito all'invito del CNAPPC ad inviare lettera al Ministro delle Infrastrutture, On. Antonio Di Pietro, al fine di riportare le preoccupazioni che la categoria vive per la possibile entrata in vigore della procedura di Appalto Integrato generalizzato.

> Leggi il testo della Lettera inviata

27/07/07

TUTELA DALL'INQUINAMENTO ACUSTICO

Testo della lettera inviata all'Amministrazione Comunale in data 28/03/07:

A seguito dell'approvazione del Regolamento in oggetto, applicativo della Legge 447/95, ove è prescritta la redazione di documentazione previsionale ai fini del rispetto dei requisiti acustici degli edifici (preventiva al rilascio dei permessi di costruire e per le d.i.a.), rileviamo da numerose segnalazioni di iscritti all'Ordine che la verifica della documentazione prodotta ai fini acustici è attualmente prevista e trasmessa all'ufficio comunale competente indistintamente per tutti gli interventi (anche per gli interventi di oggettiva rilevanza minima) e richiede tempi di istruttoria non in linea con le disposizioni vigenti per il rilascio dei permessi di costruire.

Preso atto che il controllo della documentazione è previsto da specifica disposizione, riteniamo tuttavia che per ovviare alla comprensibile difficoltà degli uffici comunali a contenere in limiti ragionevoli la fase istruttoria delle richieste di intervento edilizio, possa essere applicata la disposizione di cui all'art. 26 c.6 del Regolamento Comunale, ove la Città "si riserva di esaminare la documentazione" prodotta ai fini acustici.

Rilevata la disposizione normativa che prevede il deposito di documentazione preventiva anche per casi di irrilevante interesse generale (modifiche interne di edifici privati), segnaliamo anche l'opportunità di procedere a verifiche a campione delle documentazioni prodotte ai fini acustici come avviene per i progetti relativi agli impianti e al contenimento dei consumi energetici (L. 46/90 e Dlgs 192/2005 e s.m.i.).

Riteniamo anche proponibile e in linea con le disposizioni generali di semplificazione delle procedure che per gli interventi edilizi minori presentati con procedura d.i.a., il rispetto dei requisiti acustici possa essere dichiarato in sede preventiva dal tecnico progettista, con la conferma della Relazione Conclusiva asseverata dal tecnico competente in acustica ambientale (art. 25 c.5 del Reg. Comunale).

Grati dell'attenzione, siamo a disposizione per intervento collaborativo con i responsabili di procedimento, nel comune interesse ad evitare tempi di istruttoria insostenibili per il rilascio dei titoli abilitativi, connessi alle verifiche della documentazione presentata ai fini acustici.

Cordiali saluti

Il Presidente
Arch. Riccardo Bedrone

Il Responsabile della Commissione "Normativa edilizia e urbanistica"
Arch. Franco Francone


06/04/07

NOMINA NUOVO SEGRETARIO OAT
Giorgio Giani, Segretario OAT dal 2001, si è dimesso dalla carica ed è stato sostituito il 17 gennaio 2007 dal Consigliere Felice De Luca. Ragione delle dimissioni di Giani sono gli impegni derivanti dalla nomina ad Assessore alla Pianificazione Territoriale della Provincia Torino: benché le due cariche non siano incompatibili, Giani ha ritenuto di lasciare al giovane collega De Luca il ruolo impegnativo e coinvolgente di Segretario, mantenendo la carica di Consigliere e le deleghe operative che gli sono attribuite.

Il Consiglio OAT esprime ad entrambi i colleghi i migliori auguri.

19/01/07