<DOCUMENTI CONSIGLIO 2005>

VOTAZIONI PER L’ELEZIONE DEL NUOVO CONSIGLIO NAZIONALE PER IL QUINQUENNIO 2005/2010
Il Consiglio dell’OAT ha votato il 15 novembre 2005 per il rinnovo del Consiglio Nazionale. Come per le recenti elezioni degli Ordini provinciali, anche le votazioni per il Consiglio nazionale Architetti si sono svolte con le nuove regole previste dal DPR 169/2005.
Tra le novità introdotte dal nuovo regolamento elettorale, quella dell’aumento dei componenti del Consiglio (da 11 a 15 componenti, uno dei quali iscritto alla sezione B degli Albi provinciali) e la durata del mandato prolungata a 5 anni.
Il Consiglio ha dato la propria preferenza ai 15 colleghi sotto elencati, tra i quali il Presidente uscente Raffaele Sirica e il vice Presidente uscente Massimo Gallione, intendendo con ciò confermare il proprio sostegno al programma e alle attività condotte dal Consiglio Nazionale nel mandato appena trascorso.

Sezione A:
Sirica
Raffaele, iscritto dal 15.01.1975 presso l’Ordine di Napoli
Mirizzi Luigi Marziano, iscritto dal 12.06.1970 presso l’Ordine di Bari
Gallione Massimo, iscritto dal 19.01.1979 presso l’Ordine di Novara-VCO
Cotzia Luigi, , iscritto dal 08.05.1974 presso l’Ordine di Siracusa
Freyrie Leopoldo, iscritto dal 20.03.1985 presso l’Ordine di Milano
Parmeggiani Nevio, iscritto dal 24.04.1957 presso l’Ordine di Bologna
Pizzolato Gianfranco, iscritto dal 15.07.1975 presso l’Ordine di Treviso
Zizzi Giuseppe Antonio, iscritto dal 13.10.1973 presso l’Ordine di Catanzaro
Capuani Matteo, iscritto dal 07.12.1992 presso l’Ordine di Frosinone
Cola Simone, iscritto dal 13.09.1993 presso l’Ordine di Sondrio
Felicetti Pasquale, iscritto dal 11.04.1985 presso l’Ordine di Pescara
Ferrara Miranda, iscritta dal 23 marzo 1978 presso l’Ordine di Firenze,
Podestà Domenico, iscritto dal 27.10.1976 presso l’Ordine di Genova
Ranucci Pietro, iscritto dal 07.05.1963 presso l’Ordine di Roma

Sezione B:
Belloni
Marco, iscritto dal 19.10.2004 presso l’Ordine di Milano



OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE N. 87 AL PRG DI TORINO DI RECEPIMENTO DEL REGOLAMENTO EDILIZIO
A seguito delle verifiche e delle valutazioni anche condivise dagli operatori del settore edilizio, in sede di prima applicazione delle novità introdotte, Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Torino ritiene opportuno segnalare ove le norme si ritengono incongrue e non consentono soluzioni progettuali adeguate al contesto urbano esistente:
  • Distanza dai bassi Fabbricati
    Var. 87 PRG Art 2 n. 22 bis – Reg. Ed. Art.16 c. 3
    Considerata l’esistenza dei bassi fabbricati realizzati prima dell’entrata in vigore del PRG, gli stessi costituiscono oggettiva limitazione per residui interventi di completamento o di rinnovamento del patrimonio edilizio nelle zone urbane consolidate. Occorre anche considerare che in genere l’altezza dei bassi fabbricati esistenti è superiore a m.3,50.
    Si propone di sostituire la definizione all’art. 2 n. 22 bis della Var. 87, come segue:
    “Sono esclusi dal computo delle distanze i bassi fabbricati esistenti, come definiti al n. 28.”

  • Salvaguardia e formazione del verde
    Reg. Ed. art.30
    La norma introdotta per salvaguardia di alberi di alto fusto non pare adattabile per tutte le aree urbane. Il PRG prescrive già regole generali di rispetto di contesti urbani (Zona Urbana Centrale – cortili di valore storico o caratterizzanti – All.”A” alle NTA del PRG).
    Nelle restanti aree consolidate urbane della parte piana della Città, la norma impedirebbe di utilizzare completamente le aree di pertinenza per interventi rivolti esclusivamente alla realizzazione di parcheggi pertinenziali, ove le prescrizioni per il verde su solaio garantiscono ampiamente la piantumazione e lo sviluppo anche di alberi di media dimensione .
    Si propone di limitare l’estensione e l’applicazione dell’art.30 alle aree urbane classificate di categoria C secondo il D.M. 1444 del 2.4.68.

    Considerato che l’art.30 riguarda esplicitamente la tutela del verde con rilevanti aspetti per il verde pubblico si ritiene anche opportuno rinviare l’applicazione all’adozione di apposito Regolamento per il Verde pubblico e privato.

  • Requisiti delle costruzioni
    Reg. Ed. art.31 p.to 5
    Si ritiene opportuno limitare la prescrizione generica di adeguamento alle norme per il superamento delle barriere architettoniche (lett. h) per interventi eccedenti la manutenzione straordinaria.
    Occorre precisare che la vigente normativa per il rilascio delle autorizzazioni sanitarie di esercizio garantisce ampiamente il rispetto delle modalità costruttive per le strutture ove è previsto accesso al pubblico (impianti sportivi e per il tempo libero, strutture ricettive, locali commerciali di media e grande dimensione).

  • Soppalchi destinati esclusivamente a deposito
    Var.87 PRG art.2 p.to 11 lett. m) e p.to 29 – art.55 Reg. Ed.
    Si ritiene opportuno segnalare che il limite massimo di mq. 20, per i soppalchi ad uso deposito nelle “unità immobiliari” ad uso produttivo può essere limitativo per le esigenze delle attività insediate:
    Si propone di aggiungere alla definizione “…e comunque non superiore a mq. 20 per ogni unità immobiliare destinata ad attività non produttiva”

 
QUALITÀ DELL'ARCHITETTURA: LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Continua a Torino il dibattito sulla qualità delle trasformazioni urbane in atto, alimentato dall'alternarsi di interviste sui quotidiani cittadini che riportano prese di posizione ora critiche, ora positive. La veemenza delle contrapposizioni sottolinea l'occasione unica che si sta concretizzando per Torino, occasione difficilmente ripetibile nel prossimo futuro, per la coincidenza di eventi capaci di attirare investimenti e di trasformare tanto in profondità il tessuto urbano. Sul fronte delle critiche attorno alla Torino del futuro, taluni osservano che non tutti i processi decisionali paiono all'altezza e, soprattutto, che numerosi progetti rischiano di non sollevarsi dalla zona grigia della mediocrità.
Traspare, insomma, il timore che, se la proverbiale organizzazione dei Torinesi saprà garantire il puntuale rispetto delle maggiori prossime scadenze (prima tra tutte quella olimpica), nonché una formale correttezza e trasparenza dei processi, non sia invece affatto scontato, come sostiene il fronte opposto delle opinioni, che gli esiti di tali processi siano davvero in grado di ridefinire il volto della metropoli come più vivibile, oltre che "attrattivo" per nuove forme di sviluppo economico.
Al di là delle posizioni diffuse dagli organi di stampa, qual è l'opinione più condivisa sull'argomento?
È intenzione dell'OAT indagare questo tema, ponendosi nel solco di iniziative di ricerca già realizzate dal circolo L'Eau Vive e dal Comitato Rota, che curano dal 2000 un Rapporto annuale su Torino. L'OAT avvierà nel mese di aprile una ricerca diretta ad approfondire opinioni e percezioni degli "addetti ai lavori" che avrà come strumento di indagine un questionario articolato sui seguenti argomenti:
1. Opinioni generali degli architetti iscritti all'Ordine sul concetto di qualità architettonica;
2. Valutazioni specifiche su alcune critiche, quali ad esempio la procedura concorsuale in occasione di progetti pubblici, ecc.;
3. Opinioni degli architetti circa i vari specifici interventi di trasformazione recenti a Torino;
4. Valutazioni di progetti realizzati negli ultimi 10 anni.
L'indagine verrà realizzata dall'OAT con il contributo metodologico e scientifico del Comitato Giorgio Rota.


VERSO IL CONGRESSO MONDIALE DI ARCHITETTURA TORINO 2008
Ogni tre anni, dal 1948, si ripete un avvenimento culturale e scientifico la cui portata ed i cui contenuti ormai trascendono i limiti originari di appuntamento riservato agli architetti: si tratta del Congresso mondiale di Architettura dell’Unione Internazionale degli Architetti (UIA). I suoi più immediati precedenti sono stati ospitati in città trainanti del rinnovamento urbano contemporaneo come Barcellona, Berlino e Pechino. Ogni volta, complice una diffusione mediatica diversificata e crescente, migliaia di persone accorrono per parlare di architettura, vedere l’architettura progettata e realizzata e conoscere i suoi maestri, i suoi comunicatori, i suoi estimatori. Insomma, una manifestazione straordinaria che si ripete e che lancia (o rilancia) la città e la regione ospitanti, al centro degli interessi di quei portatori di cultura e divulgatori della qualità riconoscibile e apprezzabile che sono, appunto, gli architetti.
Per Istanbul, nel 2005 e soprattutto per Torino, nel 2008, le sedi prossime, sarà proprio un’occasione unica e irripetibile da non perdere, per valorizzare quanto stanno facendo per rigenerarsi, per rinnovarsi, per riposizionarsi nella graduatoria delle città godibili e vivibili. Ma anche un’occasione irrinunciabile per tutta l’Italia, depositaria del maggior patrimonio architettonico al mondo e dove, non per nulla, ora gli architetti sono ben 110.000 e gli studenti prossimi architetti oltre 70.000.
Il tema del 2008, l’anno dell’appuntamento italiano di Torino, è “comunicare architettura”, appositamente proposto (e raccolto dal Congresso di Berlino, che lo ha approvato) per consentire l’impiego di ogni mezzo per diffondere e far apprezzare, utilizzando tutti i mezzi di sensibilizzazione, di propagazione, di trasmissione e di coinvolgimento, i contenuti e le finalità dell’architettura. Collocata, a maggior ragione, al centro di grandi eventi cercati da una città che punta molto su una nuova struttura territoriale e una nuova immagine per cambiare la propria collocazione, nella mappa mentale delle destinazioni di viaggio, alla scoperta dei protagonisti del rinnovamento economico e urbano.
Il percorso di avvicinamento al Congresso di Torino è dunque già iniziato, con avvenimenti preparatori che condurranno gli architetti italiani e di tutto il mondo ad Istanbul prima e poi da Istanbul a Torino.


IL CONGRESSO MONDIALE DI ARCHITETTURA ISTANBUL 2005
Dal 3 al 7 luglio 2005 si celebrerà a Istanbul, Turchia, il 22° congresso mondiale di architettura dell’Unione Internazionale Architetti. Si tratta di un appuntamento internazionale, al quale parteciperanno migliaia di architetti provenienti da ogni parte del mondo, riuniti per 4 giorni in un’affollata kermesse che coinvolge tutti gli operatori della progettazione in un intenso programma di incontri, mostre, dibattiti, conferenze. Anche per questa edizione, come per le precedenti che ogni tre anni si sono svolte con cadenza triennale in luoghi sempre diversi, l’obiettivo fondamentale è di aggiornare l’agenda mondiale sui temi dell’architettura, del paesaggio, dell’habitat. Nelle parole del presidente congresso di Istanbul, Suha Ozkan, “Il tema del nostro congresso sono le città, il nostro mezzo le idee e le discussioni. Libertà, pluralismo e rispetto sono il nostro motto. Il nostro metodo sono il sostegno e la partecipazione. Istanbul è la nostra città”. Il congresso è centrato sul tema Cities: grand bazar of architectures e sarà una manifestazione che alle forme tradizionali del convegno alterna gli eventi all’aperto e la commistione tra momenti colti e intrattenimento, in un ideale richiamo al bazaar come luogo di incontro e di scambio.
A far da richiamo non mancano i protagonisti dell’architettura: nei quattro giorni del congresso si alterneranno le relazioni di Shigeru Ban, Francesco Dal Co, Charles Correa, Peter Eisenmann, Massimiliano Fuksas, Zaha Hadid e molti altri. Superano il migliaio gli abstract presentati fino ad ora da tutto il mondo, a testimonianza di una partecipazione che si annuncia di massa.
Per gli architetti torinesi l’appuntamento di Istanbul sarà anche l’occasione per presentare il congresso che verrà ospitato a Torino nell’estate del 2008. L’OAT sta preparando la presentazione dei temi che caratterizzeranno il congresso del 2008, intitolato Transmitting Architecture. Ai partecipanti verrà presentata l’evoluzione di Torino e del Piemonte, con una particolare attenzione alle nuove architetture frutto delle trasformazioni urbane e delle Olimpiadi 2006. Un ulteriore contributo ad una visione complessiva dell’architettura piemontese riguarderà i grandi cantieri di restauro delle Residenze Sabaude. Transmitting architecture – comunicare architettura è anche questo: presentare una città rinnovata, che nel 2008 avrà molto da mostrare agli architetti di tutto il mondo.

  
L’OAT OTTIENE LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

Si è concluso il progetto per “mettere in qualità” l’OAT. Primo tra gli Ordini Architetti italiani, l’OAT ha concluso con esito positivo il processo di certificazione per ottenere il prestigioso bollino blu Sincert, dato alle organizzazioni che lavorano in conformità alla normativa europea UNI EN ISO 9001:2000.
Il progetto ha visto il coinvolgimento operativo di tutte le strutture dell’Ordine (uffici, commissioni, Consiglio, consulenti e fornitori) verso la qualità mediante attività pianificate e sistematiche in relazione alle diverse funzioni, competenze e responsabilità.
L’OAT si è dotato di un sistema di gestione qualità che tiene conto dei processi organizzativi interni e dei servizi dovuti agli iscritti: in questo modo l’Ordine conta di consolidare la propria organizzazione di ente capace di gestire processi conformi, autocontrollati e realizzati in tempi certi.
Le procedure di qualità riguardano 15 diversi ambiti, 9 dei quali strettamente legati al funzionamento: la tenuta dell’Albo, la vidimazione delle parcelle professionali, la gestione degli elenchi speciali e delle nomine, lo svolgimento dei compiti di vigilanza sul rispetto delle norme deontologiche e di tutela della professione di architetto, il funzionamento del protocollo corrispondenza, lo svolgimento dei lavori del Consiglio, la gestione del sistema informativo.
La politica della Qualità OAT prevede che il conseguimento degli obiettivi si realizzi attraverso una serie di passi fondamentali:
- attenzione alle esigenze e requisiti degli iscritti all’Ordine e dell’ambiente di riferimento (cittadini ed altri enti pubblici), valutandone costantemente il grado di soddisfazione;
- l’assunzione di precise responsabilità da parte di tutti gli operatori;
- la definizione delle procedure fondamentali per la conduzione delle attività svolte;
- la definizione di metodologie per valutare i risultati raggiunti;
- la comunicazione ed il coinvolgimento di tutti gli operatori.
Con la certificazione l’OAT ritiene di aver aperto la strada verso un miglioramento continuo del mantenimento e miglioramento delle proprie prestazioni e del livello di soddisfazione delle attese degli architetti.


ARCHITETTI E COMPETENZE PROFESSIONALI (DPR. n. 328/2001)
Il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n.328, recante modifiche ed integrazioni alla disciplina dell’ordinamento professionale, dei connessi albi, ordini o collegi, nonché dei requisiti per l’ammissione all’esame di Stato e delle relative prove, istituisce, anche per l’albo professionale degli architetti, specifiche sezioni articolate in settori di attività.
Le sezioni sono la A (cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea specialistica, ovvero dopo 5 anni di Università) e la B (cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di Laurea, ovvero dopo 3 anni di Università).
Considerando, ad oggi, il numero estremamente esiguo di iscritti presso il Nostro Ordine alla sezione B (9 in tutto), focalizziamo l’attenzione sulla sezione A.
Tale sezione è suddivisa in settori, che corrispondono a circoscritte attività professionali: architettura, pianificazione territoriale (che di fatto comprende anche la pianificazione del paesaggio dell’ambiente e della città), paesaggistica, conservazione dei beni architettonici e ambientali.
Sebbene l’albo professionale sia stato strutturato secondo le nuove disposizioni legislative, ad oggi tutti gli architetti iscritti rientrano nella sezione A, settore architettura. Ciò perchè, di fatto, non si sono ancora svolti Esami di Stato secondo quanto previsto dal succitato DPR di riforma.
Per quanto riguarda le attività riconosciute di competenza agli architetti iscritti nella sezione A, settore architettura, lo stesso DPR asserisce che “formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione A, settore architettura”... “restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla presente normativa, le attività già stabilite dalle disposizioni vigenti nazionali ed europee per la professione di architetto” (art. 16, DPR 328/2001)., ai sensi e per gli effetti dell’ art.1, comma 2 del DPR stesso, secondo cui “le norme contenute nel presente regolamento non modificano l’ambito stabilito dalla normativa vigente in ordine alle attività attribuite o riservate, in via esclusiva o meno, a ciascuna professione” (art.1, comma 2, DPR 328/2001). Pertanto, il Decreto di riforma non riduce né limita in alcun modo le competenze professionali di noi architetti regolarmente iscritti agli ordini professionali italiani, consentendoci di operare, come in passato, nell’ambito dei settori tradizionali di nostra riconosciuta e consolidata competenza.