IL MANIFESTO DELLE PROFESSIONI PER L'EUROPA


Regole per i professionisti: è quello che Ordini e Casse professionali chiedono al governo e ai candidati alle elezioni europee, presentando il "manifesto delle professioni per l’Europa" nell’affollatissima convention svoltasi a Napoli il 9 maggio. Nel manifesto vengono scanditi valori e principi che i professionisti italiani vogliono condividere per la fondazione del futuro dell’Europa.

I professionisti non vogliono veder prevalere in Europa il credo teologico nel libero mercato. Il "buon senso" dei mercanti suggerisce che i professionisti vengano tolti dalla scena e assoggettati al loro potere economico, perché in una società basata sul profitto la figura del libero professionista non trova sbocco, il suo estro indipendente infastidisce e la sua etica offende. I professionisti possono invece essere motore di sviluppo per l’economia: l’importante è che vengano messi in condizioni di esserlo dal punto di vista normativo e economico. I professionisti sono liberi e quindi amano la concorrenza. Ma la concorrenza per la qualità, nell’interesse dei cittadini.

Il Consiglio OAT


Dal Manifesto delle Professioni:

Il profitto non può costituire il principale scopo del lavoro umano. I professionisti italiani sono convinti che le professioni intellettuali abbiano una loro funzione nella tutela e realizzazione di valori e interessi del cittadino e, ancora prima della persona umana, che non possono essere ricondotti al mero profitto: è arrivato il momento di affrontare la questione del ruolo delle professioni in modo organico e sistematico. La concorrenza e il mercato hanno certamente dei pregi, ma non possono fornire, di per sé, la base per un programma politico che fondi l’identità europea. L’Unione Europea deve riflettere compiutamente sul ruolo nella società delle professioni intellettuali, che per la loro idoneità a incidere sulla persona, sulla sua dignità e libertà, hanno storicamente goduto di uno status diverso da quello di impresa.

Le attività che, implicando una competenza intellettuale, sono dirette alla produzione di atti, opere, servizi che risultano in grado di incidere su interessi e valori della collettività devono essere assoggettate a un sistema di regole che tendano ad assicurare la qualità della prestazione, contemperando il principio di competizione con l’esigenza di tutela della collettività.

I professionisti riuniti a Napoli hanno chiesto al Governo e ai candidati al Parlamento europeo l’impegno per l’approvazione di uno Statuto delle Professioni intellettuali basato:

a) sulla identificazione di competenze che richiedano per il loro esercizio il possesso di capacità e saperi;

b) sul rigoroso accertamento delle capacità e dei saperi dei soggetti che esercitano tali attività;

c) sulla sottoposizione dei professionisti a norme etiche atte a regolarne, in modo concorrenziale, l’attività nel rispetto degli interessi generali.

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