L’ERA URBANA - LA RICOSTRUZIONE
Le 3 puntate dedicate a Torino andranno in onda su Radio 3 nei giorni 26, 27 e 30 maggio, ore 14.00-14.30. Sul sito della Rai (www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/era_urbana/index.cfm ) è possibile ascoltare le puntate già trasmesse.



Torna "L'ERA URBANA" il programma di RAI RADIO 3 dedicato alla città del XXI secolo.
Il programma, alla sua seconda edizione, tocca quest'anno uno dei temi più spinosi del mondo contemporaneo, quello della ricostruzione. Cinque puntate (New York, Beirut, Roma, Torino, Shangai) diventeranno inoltre altrettanti speciali, realizzati per lòa televisione, in particolare per RAI EDUCATIONAL.
Protagonisti delle 18 puntate - realizzate dalla storica dell'arte Marta Francocci, in collaborazione con il regista e antropologo Giorgio de Finis e con la consulenza dell’architetto Renata Bizzotto - luoghi e città particolarmente vulnerabili per aver subito guerre, crisi economiche, attentati e abbandoni, vivono una nuova stagione, progettano un riscatto, aspirano a un'epifania. Dalla New York del dopo l’11 settembre, alla Torino dei giochi invernali 2006, dalla Shangai, metropoli simbolo della crescita economica della nuova Cina, alle città e ai luoghi violati dalla guerra come Beirut, Sarajevo, il Kossovo, l’Afghenistan e l’Iraq; e ancora la Milano della nuova Fiera e dei grattacieli di Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Arata Isozaki, i progetti per Roma (dalla celebre "nuvola" di Massimiliano Fuksas al recupero dei Mercati Generali recentemente affidato a Rem Koolhaas), la trasformazione di Barcellona, Istanbul, Berlino, Bilbao. Un viaggio, quello che propone Radio 3, guidato da voci d'eccezione: filosofi come Massimo Cacciari e Emanuele Severino, antropologi e sociologi come Marc Augé e Slavoj Szizec, scrittori ed esperti come Fulvio Abbate, Edoardo Albinati o Predrag Matvejevic, artisti come Michelangelo Pistoletto e Sandro Chia. E naturalmente il gotha dell'architettura contemporanea: Renzo Piano, al momento impegnato a New York con quattro importanti cantieri (la storica Morgan Library, uno degli edifici americani più antichi, la nuova sede del New York Times, gli ampliamento del Whitney Museum e quello della Columbia University), wasp per tradizione ma pronta ad espandersi fino alla nera e ispanica Harlem; Jean Nouvel che costruirà una nuova torre simbolo della Beirut postbellica; David Childs dello storico studio SOM, protagonista della ricostruzione di Ground Zero e del rifacimento di Pen Station; Gae Aulenti per la prima volta impegnata a Torino su un impianto sportivo; Massimiliano Fuksas che dopo l'imponente cantiere della nuova Fiera di Milano si prepara alla sfida romana del Palazzo dei Congressi; e ancora Vittorio Gregotti, Peter Eisenman (leone d'oro all'ultima Biennale di Venezia), Charles Gwatmey, Henry Cobb, Richard Meier.
"Si distrugge per ricostruire - dice Massimo Cacciari - secondo i paradigmi e le idee del momento. E' quello che hanno fatto i grandi umanisti Alberti e Brunelleschi che hanno voluto trasformare profondamente le fabbriche gotiche. Bisogna stare attenti a demonizzare l'istinto alla distruzione che è stato il tratto dominante delle grandi epoche creative e sicure delle proprie idee. L'enfasi sulla conservazione non sarà per caso il segno di un'epoca incerta dei suoi valori o nient'affatto dotata di valori?". "La novità - sottolinea Marc Augé - è che oggi anche nei luoghi di guerra la distruzione e la ricostruzione sono parte di uno stesso programma. Si pianificano entrambe prima dell'inizio del conflitto, basta pensare all'Afganistan e all'Iraq" "E' interessante notare - dice Predrag Matvejevic - che le zone dei balcani toccate dal Rinascimento italiano, non hanno visto conflitti cruenti. In questi ultimi anni ho visto un'Italia appassionata, del volontariato generoso, un'Italia per la quale conservo una grande gratitudine. Sarajevo ha vissuto 1350 giorni d'assedio, il più lungo della storia moderna, più lungo dell'assedio di Leningrado nella seconda guerra mondale durato 900 giorni. Srebreniza ha avuto 7000 morti, uomini giovani, il doppio dei morti delle torri gemelle. Sono passati e dimenticati. Ora c'è da ricostruire la convivenza e c'è da ricostruire le città." "Credo che l'architettura non è mai politicamente neutra - ricorda Szizec - incarna sempre una visione ideologica". "L'architettura - ricorda l'architetto Renzo Piano - è un servizio straordinariamente complesso. La prima capanna non aveva solo la funzione di proteggere ma anche quella di rappresentare chi la abitava. L'architettura ha sempre rappresentato qualcosa: la forza, la ricchezza, la leggerezza, la bellezza, la visione del mondo". Franco Purini, che realizzerà una grande torre all'EUR, così si inserisce nell'acceso dibattito sulla città verticale: "Finalmente la città italiana accetta di misurarsi con questo tema che vede molti luoghi del mondo sfidarsi in record fino ad oggi ritenuti impensabili. Ci saranno torri di seicento metri. Noi italiani abbiamo deciso di non partecipare a questa corsa, di costruire torri meno spettacolari, meno dotate di questo fascino della sfida tecnologica ma più in grado di ascoltare il tessuto in cui sono inserite. Faremo torri più radicate, più umanamente iscritte nella storia della città". "Per gli architetti sarà molto duro pensare che il problema fondativo non è più il centro del loro lavoro - dice l'architetto milanese Italo Rota impegnato nella costruzione del Museo dell'Arengario - o che edifici alti 300 metri avranno una vita a termine. Tutto sta cambiando".
"L'Era Urbana - dice l'autrice e conduttrice del programma Marta Francocci - è un coro dove le voci sullo sfondo evocano il dolore per un luogo perduto, per una speranza infranta dalla guerra, da un disastro o dall'assenza di mezzi per progettare un destino diverso. Ma sopra a tutto si sente un attaccamento al futuro, un autentico desiderio di partecipare al nuovo corso, quasi una rinascita".

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"L'ERA URBANA" in TV - Cinque speciali per RAI EDUCATIONAL


"L'Era Urbana" completa la propria indagine sulla città contemporanea trasformando cinque dei ritratti radiofonici in un progetto televisivo. Beirut, New York, Shanghai, Torino e Roma diventano infatti cinque speciali televisivi di 30' realizzati in collaborazione con RAI EDUCATIONAL in onda, oltre che sul canale satellitare, su RAI 3, e in replica su RAI 1.


Elenco puntate

1° Puntata: New York
L'attentato dell'11 settembre apre un nuovo capitolo nella storia delle città contemporanee: il sociologo Slavoj Zizek e l'etnologo Marc Augé riflettono a partire dalla tragedia di New York sul pianeta globalizzato e sugli scontri che coinvolgono il mondo urbano e la società postmoderna. Parte dunque da Ground Zero - con Daniel Libeskind e David Childs, gli architetti a cui è affidato il nuovo progetto - il viaggio dell'era urbana nelle ricostruzioni del XX secolo. Richard Meier (che ha appena realizzato un progetto residenziale con appartamenti da 40 milioni di dollari), Renzo Piano (che sta lavorando aquattro imponenti cantieri a New York), Charles Gwatmey (autore dell'addizione al Gugghenheim Museum e del Museo della Fotografia), l'artista Vito Acconci oggi attivo nell'architettura (che ha recentemente realizzato due gallerie d'arte e una stazione della metropolitana) raccontano la nuova New York.

2° Puntata: New York
Peter Eisenman parla del ruolo di guida mondiale di New York negli anni '80, i suoi legami con la cultura europea e la sua progressiva perdita della supremazia creativa e tecnologica. I protagonisti dei cambiamenti più recenti entrano nel dettaglio dei nuovi progetti: David Childs con il suo progetto di Pen Station, nodo focale della mobilità newyorkese, rivoluzionerà una vasta area di Midtown mentre già svettano le nuove torri gemelle che ha progettato per New York a Columbus Circle; Renzo Piano poco lontano sta realizzando la nuova sede del New York Times e a nord, con un progetto audace porterà la Columbia University, simbolo della cultura wasp newyorkese, nella
nera e ispanica Harlem dopo aver affidato i sopralluoghi all'antropologo franco La Cecla. Richard Meier e Livio Sacchi (architetto ed esperto di cultura architettonica americana) raccontano i cambiamenti a Chelsea legati allo spostamento delle boutique e delle gallerie d'arte. L'artista Sandro Chia racconta lo spostamento del mondo dell'arte nell'area a partire dalla fine degli anni '80.

3° Puntata: Beirut
Nel 1991 il fotografo Gabriele Basilico viene chiamato, insieme ad altre star della fotografia mondiale, a testimoniare sedici anni di guerra. Da lì a poco la società immobiliare Solidaire, che fa capo a Rafik Hariri recentemente scomparso in un attentato, inizia una discussa e controversa ricostruzione del centro della città che oggi chiama a collaborare alcune delle firme più prestigiose dell'architettura mondiale. Parlano alcuni dei protagonisti della ricostruzione: Jean Nouvel, Bernard Koury e un'icona dell'architettura italiana, Giancarlo de Carlo che sta realizzando un importante intervento residenziale. Claudia Conforti riflette sui recuperi dei centri storici toccati da conflitti, Marc Augé sul ruolo dell'architettura nelle città da ricostruire. Sul ruolo di Hariri nella ricostruzione della città interviene Gilles Kepel, uno dei massimi studiosi di questioni islamiche.

4° Puntata: Beirut
Dalla guerra al dopoguerra: come stanno cambiando la forma della città e le abitudini di chi la vive, e soprattutto come l'architettura è oggi al centro del dibattito sull'identità e l'appartenenza: ne parlano gli architetti libanesi Bernard Koury e Ziad Akl, il Sindaco della città, il Prefetto, gli archeologi torinesi che hanno lavorato alla salvaguardia del patrimonio, l'etnologo Marc Augé, il sociologo Renzo Guolo. Staffan de Mistura, rappresentante personale di Kofi Hannan per il sud del Libano, racconta il progetto che l'ONU ha promosso, insieme alla bonifica dalle mine, per recuperare simbolicamente alla vita civile quest'area del paese toccato da duri scontri.

5° Puntata: Barcellona
La costruzione della città olimpica nel 1992 è stato il primo passo per la rinascita della città. Il Segretario Generale dei giochi di Atene confronta i due casi europei mentre Vittorio Gregotti, autore dello stadio olimpico, l'architetto catalano Carme Pinos e Antonio Monestiroli (architetto e preside della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano) fanno il punto sui cambiamenti urbani seguiti all'evento. Stefano Boeri e Jean Nouvel (vincitore del concorso per il rifacimento della Fiera di Genova) mettono a confronto altre città mediterranee, profondamente cambiate negli ultimi anni (Genova e Marsiglia). Mentre Manuel de Sola-Morales riflette sul rapporto con il mare di Barcellona. Richard Meier (autore del Museo d'arte Contemporanea) e Benedetta Tagliabue (progettista del nuovo spettacolare mercato Santa Caterina nel centro della città) riflettono sui cambiamenti apportati dai loro progetti ai quartieri in cui si inseriscono. Lo scrittore Fulvio Abbate, racconta i quartieri che hanno visto l'insurrezione anarchica.

6° Puntata: Marsiglia
Rudy Ricciotti, nuova star dell'architettura francese e progettista parla del suo Museo della Cultura e della Civiltà del Mediterraneo a fianco al quale l'architetto italiano Stefano Boeri sta progettando il grande spazio della Casa del Mediterraneo. A raccontare i cambiamenti del vecchio porto e dei quartieri marsigliesi il fotografo dell'agenzia Magnum, Antoine D'Agata - incaricato dal comune di testimoniare con il suo lavoro i cambiamenti in atto - gli scrittori Henri Frèderic Blanc e Fulvio Abbate e l'architetto Franco Purini.

7° Puntata: I Balcani
La complessa vicenda della guerra e della ricostruzione nelle aree dell'ex Jugoslavia affrontata attraverso alcuni luoghi simbolo come Sarajevo, la città che ha subito l'assedio più lungo della storia moderna e attraverso i responsabili politici (il ruolo della Comunità Europea nei Balcani) come il diplomatico Fernando Gentilini rappresentante personale di Javier Solana per i Balcani,Richard Zink direttore dell'Agenzia Europea per la Ricostruzione, Marina Catena che è stata consigliere politico dell'Ambasciata italiana in Iraq ed esperta del programma alimentare mondiale per il Kosovo e studiosi come: Massimo Cacciari, Slavoj Zizek, Predrag Matvejevic, la scrittrice Nicole Janigro, lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz,.

8° Puntata: I Balcani
Dall'Università di Trieste impegnata nel confronto con le nazioni confinanti, Maurizio Bradaschia, architetto e professore, argomenta dalla distruzione all'invasione del post-moderno, la colonizzazione stilistica dei modelli occidentali. Si affronta quindi la ricostruzione di Pristina con un team internazionale: il giovane architetto Perparim Rama, il fotografo Riccardo Venturi.
Fu veramente una guerra di religione? I rapporti fra etnie e fedi: ne parlano Predrag Matvejevic, Nicole Janigro, Fernando Gentilini, Paolo Rumiz.

9° Puntata: Istanbul
in via di definizione

10° Puntata: Iraq – Afganistan
“La ricostruzione è progettata prima che la distruzione avvenga? Sta accadendo in Iraq? Ci sono guerre dove gli eserciti sono talmente dispari che la battaglia vera e propria non può che essere breve?” Sono le parole di Marc Augé che interpreta i contraddittori segnali di una difficile ricostruzione insieme a Slavoj Zizek, a Gilles Kepel, al diplomatico Mario Bondioli Osio (ministro della cultura del governo provvisorio in Iraq), allo scrittore Edoardo Albinati (autore del libro "Il ritorno"), a Marina Catena, all'architetto Zaha Hadid che riflette sul suo paese d'origine e a Patti Smith, che ha cantato la propria opposizione alla guerra.

11° Puntata: Berlino
in via di definizione

12° Puntata: Shangai
I paradossi del boom cinese: intere città progettate e costruite in pochi mesi, quartieri dove l'architettura tradizionale è cancellata dalla corsa alle costruzioni verticali: ne parlano Zaha Hadid, Vittorio Gregotti, Renato Rizzi, Massimiliano Fuksas, Italo Rota, Livio Sacchi, Alfonso Mercurio, Arata Isozaki, coinvolti anche nella riprogettazione e il fotografo Peter Bialobrzeski autore di "Neon tiger", illuminante libro dedicato alla vertiginosa crescita di Shangai.

13° Puntata: Milano
Dopo anni di mutamenti silenziosi Milano esce allo scoperto con una serie di progetti e realizzazioni che attraggono l'attenzione nazionale e internazionale. Il trasferimento della Fiera offre la prima opportunità di un nuovo progetto urbano e accende un dibattito infuocato: le nuove strutture della Fiera vengono affidate all'architetto Massimiliano Fuksas mentre l'ex Fiera è pronta ad una trasformazione radicale con la costruzione di torri affidate ad Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid. Un'altra torre dovrebbe modificare lo skyline di Milano, quella della nuova sede della regione affidata al newyorkese Henri Cobb. Ad accendere la miccia della discussione disciplinare e del rapporto fra committenza pubblica e privata è Vittorio Gregotti. A lui si uniscono le voci di Antonio Monestiroli e di Giancarlo de Carlo. Parlano i protagonisti del rinnovamento urbano.

14° Puntata: Milano
La ricostruzione del dopoguerra e gli interventi di oggi: dibattono sul tema Claudia Conforti, Giulio Barazzetta, Franco Raggi, Cino Zucchi, Italo Rota, De Francesco e Mario Botta (autore della dibattutta addizione della Scala).

15° Puntata: Torino
Anche Torino sceglie di documentare i cambiamenti che la città sta attuando in vista delle Olimpiadi invernali del 2006. Gabriele Basilico, fra i fotografi selezionati, racconta il proprio lavoro. La parola d'ordine - come per Barcellona e Atene - è "riconvertire": gli impianti, gli alloggi, dopo la parentesi delle Olimpiadi ritorneranno definitivamente in uso ai cittadini torinesi. Raccontano in rappresentanza delle istituzioni il sindaco Sergio Chiamparino, il Presidente Mimmo Arcidiacono dell'Agenzia Torino 2006 che ha coordinato tutti i lavori olimpici, gli architetti Gae Aulenti, Arata Isozaki, l’economista Mario Deaglio.

16° Puntata: Torino
Oltre agli impegni per i giochi olimpici, sugli altri interventi dibattono Massimiliano Fuksas (nuova sede della Regione), Mario Botta (chiesa Santo Volto), Mario Virano, Renzo Piano con i lavori al Lingotto che hanno simbolicamente segnato una prima tappa nel desiderio di rinascita torinese. Due voci raccontano altrettanti passaggi epocali: Michelangelo Pistoletto e la nascita dell'arte povera negli anni '60; Luca Morino che negli anni '80 con i Mau Mau, un gruppo "storico" torinese, ha cantato l'installarsi a Torino di un'importante comunità magrebina.

17° Puntata: Roma
I progetti per Roma dalla voce del Sindaco Walter Veltroni e dell'Assessore all'Urbanistica Roberto Morassut, dall’architetto Pio Baldi (Direttore DARC - Ministero per i beni e le Attività Culturali). Si affrontano i temi: del polo delle arti (il MAXXI, l'Auditorium, l'ampliamento della GNAM, il Macro) con gli architetti Zaha Hadid, Renzo Piano e Odile Decq; il Centro Storico con gli interventi più recenti: il difficile cantiere dell'Ara Pacis, raccontato da Richard Meier, l'intervento di Gae Aulenti per le scuderie papali, la ripavimentazione del centro. Le "case" delle arti: Amedeo Schiattarella (Presidente Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia e della Casa dell’Architettura) e l'architetto Renata Bizzotto (Presidente dell’Acquario Romano) parlano del recupero dell'Esquilino.

18° Puntata: Roma
Gli interventi nell'area Ostiense: l'Assessore all'Urbanistica Roberto Morassut parla degli spazi dell'Ex Mattatoio, dei Mercati Generali e dei progetti per la nuova area. Per l'EUR interviene Massimiliano Fuksas progettista del nuovo Palazzo dei Congressi; e Franco Purini progettista della torre che diventerà uno dei nuovi punti di riferimento nello skyline romano inoltre gli interventi diffusi e di pubblico interesse per le nuove scuole e i ponti illustrati da Francesco Ghio responsabile dell’ufficio concorsi. E ancora la riqualificazione delle periferie e il loro legame con la città: Paolo Portoghesi e Richard Meier.