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SOLLEVARE IL BASSO PROFILO DI TORINO? |
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Giovedì 13 dicembre si è svolto il dibattito organizzato dall’Ordine degli Architetti e dal Circolo dei Lettori al Teatro Giovani e Ragazzi. Numerosi i protagonisti che, incalzati da Beppe Rovera, hanno dato il loro contributo alla comprensione delle tematiche connesse alla realizzazione di edifici alti a Torino. Sono intervenuti: RICCARDO BEDRONE, presidente OAT STEFANIA BERTOLA, scrittrice MARCO CASAMONTI, direttore della rivista di architettura AREA, attualmente sta realizzando un grattacielo a Milano ROCCO CURTO, esperto valutatore, preside della II facoltà di Architettura Politecnico di Torino PIETRO DEROSSI, docente di Composizione Architettonica, Politecnico di Milano MARIO GROSSO, esperto di sostenibilità LUCA MERCALLI, climatologo GUIDO MONTANARI, docente di Storia dell’Architettura Politecnico di Torino ANDREA MORO, presidente iiSBE Italia, ha verificato la sostenibilità del grattacielo di Fuksas ANTONELLA PARIGI, direttore Circolo dei Lettori DIEGO NOVELLI, direttore di Nuova Società GIOVANNI PIBIRI, sindacalista LILIANA PITTARELLO, direttore regionale per il Piemonte del Ministero dei Beni e Attività Culturali SAVERIO VERTONE, giornalista e scrittore MARIO VIANO, assessore all’Urbanistica Città di Torino L’incontro si è aperto con un’intervista rilasciata da Renzo Piano all’OAT lo scorso 21 novembre, in occasione dell’audizione in sala rossa, intervista che ha dato lo spunto per l’intervento di Liliana Pittarello, che ha ribadito la necessità di un approccio non emozionale e di un ragionamento sulle caratteristiche specifiche di ogni singola opera e sulla forma urbana di Torino. Il dibattito si è poi acceso essenzialmente su questioni estetiche e di risparmio energetico. Guido Montanari ha invitato a riflettere sul paesaggio come bene da preservare:"i grattacieli a Torino rischiano di deturpare il paesaggio urbano e la qualità estetica della nostra città". "In uno scenario ambientale che è probabile che si realizzerà nei prossimi 10-20 anni, con un progressivo innalzamento della temperatura e un contestuale progressivo esaurimento delle fonti energetiche tradizionali e, in particolare, del petrolio" - dice Luca Mercalli - "le città e gli edifici dovranno essere progettati in modo da ridurre al minimo il consumo energetico sfruttando le fonti energetiche alternative e rinnovabili. Se i grattaceli avranno queste caratteristiche, saranno ecosostenibili e allora potrebbero anche essere delle opere moderne del nostro tempo". "Se le preoccupazioni di carattere ambientale devono essere prese in seria considerazione" - ha ribattuto Marco Casamonti - "non è però affatto detto che il modo migliore per garantire risparmio energetico, utilizzo di fonti rinnovabili e conservazioni di spazi vuoti e verdi sia quello di edificare in orizzontale; anzi potrebbe essere l'esatto contrario: dipende dalle caratteristiche dei progetti. Anche dal punto di vista della tutela del paesaggio gli edifici alti non sono di per sé incompatibili con la tradizione e i caratteri delle città italiane e di Torino. Quasi tutte le nostre città hanno al loro interno delle torri e comunque per valutare se un grattacielo è o non è rispettoso del bene paesaggio dipende dal luogo in cui si decide di collocarlo". E sulla modernità di Torino si è espresso Saverio Vertone: "Torino è molto bella e il suo profilo, da questo punto di vista, è molto alto. I grattacieli possono essere un segno di modernità a seconda di come vengono realizzati. Il progetto di Renzo Piano mi sembra bellissimo e per nulla incompatibile con il tessuto urbano di Torino. Organizzare la partecipazione su queste scelte è molto difficile, specie in un contesto sociale destrutturato nel quale governare le pulsioni irrazionali ed emotive è sempre più complicato". L’assessore Mario Viano ha risposto a critiche e perplessità spiegando che sia la collocazione del grattacielo San Paolo Intesa, sia la collocazione del grattacielo della Regione non sono casuali: "Si lamenta la carenza di un quadro urbanistico di riferimento che consenta di riconoscere senso e giustificazione alle singole proposte d’intervento. Il disegno generale che presiede alle molte, variamente dislocate, iniziative previste o possibili nella città, mi sembra sia ancora pienamente riconducibile alla filosofia del Piano regolatore del ’95, in particolare al progetto strutturale, la “grande riforma” urbana della Spina centrale. Quel che occorre fare è semmai allargare l’ottica alla scala metropolitana. Torino nel terzo millennio, come molte città europee di forte impronta industriale, ha avuto, ed ha tuttora, la necessità di ridefinire la propria identità e la propria economia nell’epoca della globalizzazione, attraverso la riconversione produttiva delle grandi aree industriali del ‘900, collocate lungo le principali dorsali del trasporto pubblico ed ormai totalmente inglobate nel tessuto urbano. I fuochi della riorganizzazione della città contemporanea sono quindi le stazioni delle dorsali del trasporto pubblico, soprattutto quando sono collocate in posizione baricentrica rispetto a grandi ambiti di riconversione dalle originarie attività dimesse. Nella progettazione morfologica della riorganizzazione di tali poli urbani possono trovar posto gli edifici alti. Poli di riorganizzazione urbana ed edifici alti che, nell'insieme non definiscono un’unica down town compatta, monofunzionale e congestionata, ma una pluralità di poli di sviluppo collegati in rete dal trasporto pubblico forte, ad innervare un territorio policentrico, seppure non equipotenziale. Ogni fuoco avrà un proprio disegno urbano definito dal rapporto con il contesto in cui si colloca, e non dovrà necessariamente contemplare edifici alti; semmai li potrà ospitare. È il progetto morfologico di ciascuno dei nuovi fuochi urbani ad essere decisivo nell’individuare la configurazione più opportuna". Pietro Derossi ha chiesto se i grattacieli che si vorrebbero costruire a Torino sono un simbolo e di che cosa e se ne abbiamo il bisogno. Mario Viano ha risposto che questi edifici sono "simbolo non tanto della modernità quanto di alcune istituzioni del nostro tempo: il potere politico rappresentativo e il potere economico finanziario". ---> GUARDA LE VIDEO-INTERVISTE Ufficio stampa OAT: Liana Pastorin lp.fondazione.oato@awn.it 348 2685295 / 011 5360513 21/12/07 |
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