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ITALIA NOSTRA - Torino |
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PORTA NUOVA E IL SUO ALVEO FERROVIARIO |
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Una attività vitale da conservare,
un monumento da non mortificare, uno spazio prezioso da non soffocare. |
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Programma: Ore 9.00 Introduzione di Roberto GNAVI Interventi di Luciano RE , Giorgio DE FERRARI , Bruno BIANCO , Lucio SCAMARDELLA , Sergio JARETTI , Guido MONTANARI , Marisa MAFFIOLI Interventi a richiesta e dibattito Ore 13.00 Pausa pranzo Ore 15.00 Tavola rotonda sui temi:
Ore 18.30 chiusura dei lavori |
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PORTA NUOVA E IL SUO ALVEO FERROVIARIO
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Questo convegno mira ad allargare e approfondire il dibattito su un importantissimo strumento della vita della città, su un complesso monumentale venerabile e accattivante, e su una grande area tappezzata di binari, ma agli effetti dello spazio percepito beneficamente vuota. Che di allargare e approfondire il dibattito ci sia un gran bisogno ci pare possa risultare evidente: conversando con la quasi totalità della gente emerge confusa disinformazione ancora legata alla campagna di informazione, chiamiamola così, del 2002 che annunciava lo smantellamento ferroviario di Porta Nuova, il trasferimento delle sue funzioni a Porta Susa e Lingotto, e faceva balenare prospettive di un Central Park al posto dei binari. E linformazione appare molto ridotta anche fra gli architetti più attenti e coinvolti nelle trasformazioni della città, accademici e non, salvo che per un piccolo gruppo. Ora, con tutto il rispetto per il gruppo di Docenti del Politecnico che sta studiando da anni largomento, limportanza di questo implica secondo noi una urgenza di vasta condivisione, tanto più di fronte a dichiarazioni di intenti a nostro parere estremamente preoccupanti espressi dagli Amministratori della città. Annunci di interventi che non solo non sfrutterebbero al meglio le grosse possibilità di miglioramento ambientale, ma configurerebbero un deciso peggioramento, come per parte nostra cercheremo di dimostrare. In sintesi, a quanto vediamo, mentre pare per fortuna scongiurata lipotesi della abolizione della funzione ferroviaria di Porta Nuova, enfaticamente annunciata anni fa, resta un indirizzo di marcata riduzione dellattività e del numero di binari e di intenso sfruttamento edilizio delle aree liberate. Viene poi prospettato labbassamento dei binari residui e la loro copertura con un solettone, di sicuro immensamente costoso, ufficialmente destinato a generare unarea di (modesto) verde su soletta e favorire il collegamento fra San Secondo a San Salvario, ma certo per i costruttori gradito volano economico e, proprio per il costo ingentissimo, giustificazione per lo sfruttamento immobiliare delle aree ferroviarie. Confluisce in questo il problema dei diritti di edificazione che le Ferrovie dello Stato hanno acquisito con un accordo col Comune nell86, da esercitarsi in collocazioni da definire di comune accordo, che di per sé potrebbero anche risparmiare completamente larea di Porta Nuova, ma che i calcoli immobiliari sospingono irresistibilmente proprio qui. Ma a questa corrente di pulsioni trasformative pensiamo concorra, più ancora che gli interessi economici identificabili, una dinamica circolare, in una parte dei politici, di megalofilia e di ragionevole preoccupazione per il futuro economico della città, che li spinge a credere di poter sedurre il mondo e attirarlo a Torino con le grandi trasformazioni urbane, comunque realizzate. Non estranea a questo lidea, quantomeno inconscia, di potersi guadagnare un posto nella storia erigendo piramidi piuttosto che con una modesta, casalinga e grettamente prudente buona amministrazione. A questa visione noi di Italia Nostra, insieme, riteniamo, con le altre Associazioni ambientaliste, contrapponiamo un prospettiva che potrà essere definita, con o senza ironia, minimalista, che qui sintetizziamo:
Naturalmente è ben possibile che anche dopo maturo esame ai più le impostazioni sinora espresse dai nostri Amministratori appaiano corrette, e le nostre caricaturalmente apocalittiche. Ma è fondamentale che ci sia questo esame condiviso su una materia così importante, che i cittadini incolpevolmente disinformati abbiano modo di soppesare gli elementi della questione e che tanto più accettino di investirsene almeno un pocoloro che per ruolo accademico o professionale possono avere maggiori strumenti di valutazione e alloccorrenza maggiore autorevolezza di intervento. |
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16/05/06 |
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