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ALBO D'ONORE DEL 900 a cura della Presidenza del Consiglio dell'Ordne |
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Le schede di questi architetti, affidate a discepoli,
amici e colleghi, sono state raccolte in un volume: «Albo d'Onore del Novecento - Architetti a Torino» edito da Celid, novembre 2002 |
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Il 31 gennaio 1980 il Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Torino delibera la cancellazione dall'Albo di Ottorino Aloisio e Paolo Soleri, a seguito di loro specifica richiesta e contestualmente decide “ ... con voto unanime, di istituire un elenco di iscritti onorari da inserire nell'albo professionale, senza effetti dal punto di vista professionale, fiscale e contributivo.
Amedeo Albertini di Luciano Re Nel quadro della città del “miracolo economico”, l’attività di Amedeo Albertini delinea un percorso di sviluppo dell’esperienza architettonica (pur sempre minoritaria, quantitativamente, nel costruito), alternativo, da un lato, alla caduta di tensione successiva al progetto e alle esperienze della ricostruzione, dall’altro alla revisione critica del Movimento Moderno dalle sue origini e nelle sue motivazioni, per avanzare una propria linea di continuità dell’esperienza razionalista e dell’Intemational Style, confrontabile con le contemporanee realizzazioni delle grandi città europee... ---> scarica il file (pdf) Ottorino Aloisio di Augusto Sistri Ottorino Aloisio nacque suddito dell'impero austro-ungarico, ma dal 1917 fu profugo a Firenze. Non è molto nota la sua ottima cultura scientifica, dovuta agli insegnamenti ricevuti a Bologna da Maiorana e Amaldi. Ritornò a Udine dopo la laurea sino al 1929, anno in cui si trasferì a Torino, trovando lavoro nello studio dell'ingegner Arrigo Tedesco-Rocca, dove progettò la sua opera forse più felice, la casa Verona in corso Moncalieri. Dal 1934 intraprese autonomamente la libera professione; un anno prima era entrato come assistente alla Facoltà di Architettura del Politecnico... ---> scarica il file (pdf) Giovanni Astengo di Giuseppe Piazza L’impegno scientifico, etico e politico caratterizza la vita di Giovanni Astengo. “Coloro che hanno scritto di Astengo danno di lui un’immagine complessiva tesa a sottolineare il ruolo nell’urbanistica italiana degli ultimi decenni: di grande urbanista e di maestro: che viene sempre accostata a quella di uomo coerente, idealista, severo, rigoroso; aspetti che ne hanno connotato non solo la vita privata, ma in modo imprescindibile anche la vita pubblica”... ---> scarica il file (pdf) Vittorio E. Ballatore di Rosana di Carla Bartolozzi Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana nacque a Torino il 5 luglio 1880. La sua formazione avvenne a Torino, dove si avviò alla professione lavorando con Carlo Ceppi e Ludovico Gonella. Frequentò l’Ecole des Beaux Arts di Parigi, ma solo nel 1920 si diplomò Professore di Disegno Architettonico presso l’Accademia Albertina di Torino. Insegnò fin dal 1925 alla Scuola Superiore di Architettura di Torino, come assistente della cattedra di Disegno Architettonico ed Elementi di Composizione, tenuta da Mario Ceradini... ---> scarica il file (pdf) Gino Becker di Marco Trisciuoglio Libero professionista. Assistente incaricato e straordinario alla cattedra di Composizione architettonica, quindi Assistente ordinario alla cattedra di Caratteri Distributivi degli Edifici, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino (Prof. Giovanni Muzio), dal 1945 al 1950. Docente incaricato a tempo indeterminato alla Cattedra di Geometria descrittiva, prospettiva ed architettura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti, Liceo Artistico di Torino, dal 1959. Gino Becker appartiene a una generazione di architetti formatasi culturalmente nella Torino degli anni Trenta e destinata a farsi operante soprattutto negli anni Cinquanta... ---> scarica il file (pdf) Pietro Betta di Carla Barovetti Accanto all’attività professionale, che iniziò subito dopo la laurea, si dedicò a lungo alla didattica e fu animatore di iniziative culturali e scientifiche. Divenuto presto assistente, assunse la cattedra di “Storia dell’Architettura” nel 1921 e di “Edilizia cittadina” nel 1929 alla Regia Scuola di Architettura. Tra i suoi numerosi allievi e collaboratori di studio si ricordano Morelli, Melis de Villa, Bardelli, De Rege, Cuzzi, Verzone, Molli-Boffa e Perona. Fu direttore della rivista L’Architettura Italiana (“Periodico mensile di Architettra tecnica” edito a Torino) dal 1926 al 1928, svolgendo un ruolo rilevante nel dibattito sul rinnovamento architettonico di quegli anni... ---> scarica il file (pdf) Carlo Alberto Bordogna di Chiara Bordogna La lunga vicenda architettonica di Bordogna inizia ben prima della laurea. L’attività professionale si può schematicamente dividere in tre fasi. Il primo periodo, della formazione fino alla laurea, dal 1928 al 1945 è caratterizzato dall’apprendistato delle tecniche costruttive nello studio dell’ingegner Cornaglia, dalla collaborazione con studi di ingegneria e architettura (Baudi di Selve, Lorenzelli e Tam, Maffiodo, Strada, Tirone, Cuzzi, Mosca ed E. Mollino), dall’insegnamento in istituti tecnici per geometri e dalla collaborazione - per incarico di Baudi di Selve – alla stesura dell’Ippica con Mollino... ---> scarica il file (pdf) Gualtiero Casalegno di Mauro Berta La lunga carriera di Gualtiero Casalegno inizia nei primissimi anni del secondo dopoguerra quando, giovane architetto di ritorno dal fronte, egli si trova a lavorare nella Torino della ricostruzione, nella quale – analogamente a quanto accadde in molte altre città italiane - la necessità di rimediare alle devastazioni dei bombardamenti e la rinnovata crescita economica avevano creato un clima fertile per la professione. L’architettura di Casalegno non si presta ad essere schematizzata per fasi, quanto, viceversa, in termini di una ciclicità che caratterizza praticamente tutta la sua vita di architetto... ---> scarica il file (pdf) Toni Cordero di Antonia Pintus Libero professionista, dopo una lunga collaborazione con Sergio Hutter e Francesco Ossola (con i quali vince nel 1986 il concorso per il Nuovo Stadio in Torino), nel 1981 costituisce un suo studio professionale che opera nel campo dell’arredo, del design e dell’edilizia. Il lavoro di Toni Cordero è sostanzialmente riconoscibile in due fasi. Gli inizi degli anni Ottanta sono caratterizzati dalla ricerca del rigore, della coerenza, dell’esattezza formale, dalla ricerca esasperata della precisione nel dettaglio costruttivo... ---> scarica il file (pdf) Umberto Cuzzi di Carla Bartolozzi Umberto Cuzzi è nato in Istria, a Parenzo (oggi Porec), il 6 gennaio 1891. Iniziò gli studi universitari alla Technische Hochschule di Vienna, ma li interruppe per concluderli nel 1921 al Politecnico di Torino. Le prime esperienze professionali furono svolte presso lo studio dell’architetto goriziano Barich, allievo di Fischer e seguace della Secessione viennese. Nel 1925 vinse il concorso per lo stabilimento Bagni di Grado e due anni dopo si trasferì definitivamente a Torino... ---> scarica il file (pdf) Mariella de Cristofaro Rovera di Delio Fois Dal 1956 libero professionista e assistente ordinario di Scienza delle Costruzioni (Prof. G.M. Pugno) presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino; dal 1963 professore incaricato del corso di Scienza delle Costruzioni presso la stessa Facoltà e successivamente dei corsi di Statica e di Tecnica delle Costruzioni; dal 1967 libero docente in Tecnologia dei Materiali e Tecnica delle Costruzioni; dal 1984 professore associato di Scienza delle Costruzioni nella medesima Facoltà di Architettura; dal 1990 titolare anche del corso di Tecnica delle Costruzioni presso la Scuola di Applicazione di Torino... ---> scarica il file (pdf) Nicola Diulgheroff di Augusto Sistri Architetto ma prevalentemente pittore, ebbe una vasta esperienza delle correnti artistiche d’avanguardia degli anni venti, a Vienna sin dal 1920, poi a Dresda e infine dal 1923 al Bauhaus di Weimar, dove fu amico di Itten e si legò all’ala futurista. Trasferitosi a Torino nel 1926, dopo aver conosciuto Marinetti, si avvicinò agli esponenti del secondo Futurismo, in particolare a Fillia (che lo definì impasto di anima barbara e di esperienza latina), modificando in senso macchinista (notissimo il progetto di Faro per la vittoria della macchina) l’originario geometrismo di piani e linee intersecantesi. La sua attività riguardò prevalentemente la grafica, la pubblicità (famosissima la spirale rossa dell’amaro Cora)... ---> scarica il file (pdf) Michele Frapolli di Guido Montanari Laureatosi in architettura al Politecnico Federale di Zurigo nel 1902, esercita la professione di architetto ingegnere dal 1905 prevalentemente a Torino realizzando più di trecento opere . La sua formazione zurighese si esprime nella sua prima opera importante, il villino Kind (1904-06) di via Monti 48 che, nella forma dello chalet svizzero riecheggia un gusto tra Art and Crafts e Secessione viennese. Anche il coevo Palazzo Gamna di corso Galileo Ferraris, 78 angolo corso Einaudi (1904-1908) esprime una interpretazione del gusto Art Nouveau, ma secondo matrici di ispirazione franco-belga... ---> scarica il file (pdf) Roberto Gabetti di Sergio Pace Roberto Gabetti si laurea con Giovanni Muzio nel 1949, al Politecnico di Torino, dove lavorerà per oltre cinquant’anni, come assistente di Scienza delle costruzioni dal 1950, “aiuto” e poi assistente alla cattedra di Carlo Mollino dal 1953 e ordinario di Composizione architettonica dal 1967. Alla riforma dei modelli formativi e delle strutture della scuola torinese (come la Biblioteca centrale d’Architettura, di cui rimane direttore fino al 1986), è dedicata una parte importante del suo impegno civile d’insegnante e studioso. Precoce è l’inizio dell’attività progettuale, sempre legata alla collaborazione con Aimaro Oreglia d’Isola. Tra le prime opere, la Borsa Valori e la Bottega d’Erasmo nel 1957-59 divengono l’involontario paradigma del neoliberty, in una polemica che porta all’attenzione internazionale l’architettura italiana e la sua presunta fuoriuscita dal movimento moderno... ---> scarica il file (pdf) Biagio Garzena di Pier Giorgio Tosoni Nella prima metà degli anni Sessanta, oltre alle collaborazioni con Mario Passanti, ha svolto attività didattica e di ricerca con Franco Albini presso lo IUAV di Venezia; successivamente ha seguito Albini a Milano dove, nel 1969 è stato incaricato di un corso di Composizione Architettonica. Nello stesso arco di tempo ha fatto parte dello Studio Associato “Collettivo di Architettura”, con sede in piazza Castello a Torino, dove ha iniziato una collaborazione proficua di tipo professionale, ma anche politica e scientifica, tesa alla costruzione di un modello di attività architettonica e urbanistica fortemente intrisa di nessi tra impegno civile e revisione critica dell’esperienza razionalista... ---> scarica il file (pdf) Ferruccio Grassi di Michele Bonino Una giovinezza già immersa nel mondo della costruzione (lo zio è architetto del Re del Siam, il padre ingegnere capo del Comune di Trieste) vede Ferruccio Grassi raggiungere Torino subito dopo la guerra, laureandosi nel 1924 e trovando nel mondo professionale locale, come già altri progettisti che convergono a Torino in quegli anni (Melis de Villa prima, Sottsass e Aloisio poi), un luogo favorevole per la pratica dell’architettura: Grassi lavora per quattro anni nello studio di Giovanni Chevalley, dove si consolida l’amicizia con Mario Passanti, con cui condividerà nel tempo progetti ed esperienze... ---> scarica il file (pdf) Sergio Jontof Hutter di Luca Moretto Sergio Jontof Hutter nasce a Torino da genitori emigrati russo-austriaci e si laurea con Muzio presso la Facoltà di Architettura di Torino nel 1951. Dopo le iniziali collaborazioni con Morelli, Bardelli e Levi Montalcini, con i quali nel periodo 1961-1966 realizza a Torino il Palazzo Nuovo delle Facoltà Umanistiche, nel 1963 apre il suo studio a Torino. Con l’insediamento turistico San Martino di Andora si mette in evidenza nel 1960, vincendo il premio IN-ARCH. Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta progetta numerosi edifici, soprattutto residenziali. È di questo periodo a Torino, tra corso Stati Uniti e via Bricherasio, il “cubo”, ossia un parallelepipedo dirompente per la sua “espressività minimalista”... ---scarica il file (pdf) Gino Levi Montalcini di Emanuele Levi Montalcini Libero professionista; libero docente in “Composizione architettonica” dal 1948; docente incaricato al Politecnico di Torino dal 1948 al 1956; successivamente docente ordinario di “Architettura degli interni arredamento e decorazione” alla Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo dal 1956 al 1964; di “Architettura e composizione” presso la Facoltà di ingegneria dell’Università di Padova dal 1964 al 1971; di “Composizione architettonica” presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino nell’anno 1971-72... ---> scarica il file (pdf) Armando Melis de Villa di Carla Barovetti Titolare del corso di Composizione Architettonica dal 1938, diventò, dal 1957, professore ordinario del corso di Caratteri Distributivi degli Edifici presso la Facoltà di Architettura. Nel 1959 venne collocato fuori ruolo per limiti d’età. Diresse dal 1932 al 1941, la rivista Architettura Italiana. Protagonista dell’architettura torinese tra le due guerre, fu tra gli animatori dell’Esposizione di Architettura del 1928, momento d’esordio della architettura razionalista; con il coordinamento di G. Pagano, partecipò a tale esposizione formando il gruppo GANT, (Giovani Architetti Novatori Torinesi), che progettò “La Casa degli architetti” e i vari ambienti... ---> scarica il file (pdf) Carlo Mollino di Luciano Re Libero professionista, professore incaricato del corso di “Decorazione” e successivamente del corso di “Architettura degli interni, arredamento e decorazione” presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dal 1949; professore titolare della cattedra di “Composizione architettonica” presso la stessa Facoltà dal 1956. Lo stereotipo del “genio e sregolatezza”, che ha accompagnato sin dagli esordi della sua attività Carlo Mollino, sostenuto anche dalla poliedricità dei suoi interessi artistici ed esistenziali, dalla letteratura all’arte, al design di oggetti e arredi, alla fotografia (con produzioni oggetto di postumo collezionismo), all’automobilismo sportivo, all’aeronautica acrobatica, dev’essere ripercorso alla luce dell’estremo rigore umano e professionale e della straordinaria competenza... ---> scarica il file (pdf) Aldo Morbelli di Guido Morbelli Frequentate le Scuole tecniche ad Alessandria, Aldo Morbelli si è trasferito con la famiglia a Torino nel 1920, dove avrebbe incominciato il suo primo tirocinio architettonico con Annibale Rigotti. Seguendo la propria vocazione per l’architettura, ancora più forte di quella per la musica, si è iscritto nel 1921 al primo anno di corso della Facoltà di Architettura di Torino, presto chiusa per mancanza di allievi. Si è poi iscritto nel 1922 – incoraggiato dallo stesso Annibale Rigotti - alla Facoltà di Architettura di Roma - dominata dalle figure di Piacentini, Giovannoni e molti altri - laureandovisi nel 1926... ---> scarica il file (pdf) Domenico Soldiero Morelli di Domenico Bagliani Domenico Morelli nasce a Napoli, figlio di un ufficiale dell’Esercito italiano, ma presto si trasferisce a Torino. Nipote del celebre pittore garibaldino suo omonimo, ricorda con orgoglio il nonno e ne ammira lo slancio rivoluzionario. Di lui possiede numerosi dipinti che alla fine della vita donerà alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. La GAM riconoscente allestirà una sezione dedicata al pittore Domenico Morelli. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria civile si laurea in Architettura con un progetto di chiesa neo-romanica seguito da Giovanni Chevalley e Enrico Boniselli. In seguito lavora negli studi di Giuseppe Biagini, Armando Melis e Pietro Betta... ---> scarica il file (pdf) Nicola Mosso di Augusto Sistri Libero professionista, diresse per qualche tempo dopo la laurea lo studio di Michele Frapolli; poi si avvicinò ai futuristi, in particolare a Fillia e a Filippo Oriani, pubblicando progetti su riviste come “Stile Futurista” e “Casabella”. La vera attività professionale a partire dagli anni Trenta vide una netta evoluzione, rappresentata perfettamente dai due distinti interventi sulla casa di via Grassi, il primo del 1928 e concepito come un’opera d’arte totale Art Nouveau spogliata però della decorazione; il secondo del 1950 che aderiva invece, per quanto potessero consentire tanto la normativa quanto la committenza, alla versione torinese dell’lntemational Style... ---> scarica il file (pdf) Giuseppe Pagano (Pogatschnig) di E. Levi Montalcini Nato a Parenzo il 20 agosto 1896, partecipa al clima patriottico che caratterizza in Istria la vigilia della prima Guerra mondiale. Giovanissimo, si arruola volontario nell’esercito italiano, italianizza il proprio cognome e partecipa ai moti irredentisti culminati nell’impresa di Fiume. A Torino, dove si trasferisce nel 1919, segue il corso di Architettura presso la Regia Scuola di Ingegneria (il futuro Politecnico) conseguendo la laurea nel 1924... ---> scarica il file (pdf) Mario Passanti di Luciano Re Libero professionista, professore incaricato del corso di “Storia dell’arte e storia e stili dell’architettura II” dal 1936, poi di “Rilievo architettonico” dal 1960 al limite d’età presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Rimasto sempre “avventizio” (tale egli stesso ebbe a definirsi) nell’Istituzione universitaria, Passanti è riconosciuto Maestro da intere generazioni di architetti di formazione torinese (come si evince da tutti i contributi proposti al Seminario di studi dedicatogli dal Politecnico nel 1990)... A soli 17 anni Enzo Ventrelli frequenta già lo studio dell’ingegnere Arrigo Tedesco- Rocca, lo stesso studio presso il quale lavorò Ottorino Aloisio al suo arrivo a Torino. Dal 1936 al 1940 collabora con diversi professionisti torinesi, tra i quali gli architetti Melis e Demunari. L’avvio della sua autonoma intensa attività si data all’inizio degli anni Quaranta. Tappe fondamentali sono le realizzazioni del teatro Principe (1945), demolito nel 1994, della sala da ballo Eden (1947-48), della casa atélier dello scultore Mastroianni (1953-54), dell’acquario-rettilario al giardino zoologico di Torino (1957-60)... |
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